Nella metrica italiana, l' endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, « (verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba. È il metro principale e più utilizzato della poesia italiana: si trova in tutte le strofe e le strutture metriche più importanti, come la terza rima, o terzina dantesca, l' ottava, la ballata, la canzone, il sonetto. È sempre stato usato anche in sequenze di endecasillabi sciolti.
Full Answer
Dove è usato l'endecasillabo?
L'endecasillabo è usato da solo in sequenze di versi sciolti, come nella traduzione dell'Eneide di Annibal Caro e dell'Iliade del Monti, oppure in strofe, soprattutto in terzine come nella Divina Commedia di Dante e in ottave come nell'Orlando furioso dell'Ariosto e nella Gerusalemme liberata del Tasso.
Cosa è endecasillabo incatenato?
Endecasillabo incatenato Endecasillabo con rimalmezzo usato in serie continua, ogni verso della quale rima con il primo emistichio del verso che segue. È il metro della poesia popolare o popolareggiante, fu proprio della frottola, detto perciò anche endecasillabo frottolato o metro frottolato.
Cosa si parla di endecasillabi sciolti?
Si parla di endecasillabi sciolti (o semplicemente di sciolti, o versi sciolti) a proposito di componimenti, o di loro parti (per es. in molta poesia teatrale), in soli endecasillabi non legati da rime (o con rime possibili solo a grande distanza le une dalle altre e senza riconoscibile nesso).
Cosa è un endecasillabo bisdrucciolo?
Un endecasillabo bisdrucciolo, composto da tredici sillabe, in cui l'accento cade sulla quartultima, sarebbe così: «Se cadrò combattendo, amico, vendicami!»
Cosa vuol dire versi endecasillabi?
L'endecasillabo è un verso di 11 sillabe metriche (➔ ), con accento principale obbligato in decima posizione (Beltrami 20024: 181-188; Menichetti 1993: 386-424).
Come si fa a capire se un verso e endecasillabo?
L'endecasillabo è un verso in cui l'ultima sillaba tonica è in decima posizione. Eccezion fatta per l'accento obbligatorio sulla decima sillaba, gli altri accenti dell'endecasillabo sono in posizione libera.
Come si conta un endecasillabo?
Ecco, la regola è questa: si dice endecasillabo un verso che ha l'ultimo accento (il più importante nel ritmo di in un verso) sulla decima sillaba. Fate la prova con “Nel mezzo del cammin di nostra vita” e vedrete che l'ultimo accento cade sulla prima sillaba della parola “vita”, che è la decima.
Come funziona l endecasillabo?
Nella metrica italiana, l'endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, «(verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba.
Come capire di che tipo sono i versi?
Verso bisillabo: accento ritmico sulla prima sillaba. Verso trisillabo: accento ritmico sulla seconda sillaba. Verso quaternario: accento ritmico sulla prima e sulla terza sillaba. Verso quinario: accento ritmico sulla seconda e sulla quarta sillaba.
Come si chiama un verso di sei sillabe?
di Mario MacioceVersoNumero sillabeAccenti principali sulle sillabe:Quadrisillabo (o quaternario)41 (o 2) 3Quinario51 o 2 4Senario62 (o 1 o 3) 5Settenario71 o 2 o 3 o 4 64 more rows
Quante sillabe ci sono in un endecasillabo?
L'endecasillabo ha l'ultimo accento sulla decima sillaba, e conta di solito 11 sillabe (endecasillabo piano). L'endecasillabo tronco conta soltanto 10 sillabe (perché l'ultima parola del verso è una parola tronca), l'endecasillabo sdrucciolo conta 12 sillabe (l'ultima parola ha l'accento sull'antipenultima sillaba, vd.
Come si dice 12 sillabe?
Verso composto di 12 sillabe metriche, detto anche senario doppio o accoppiato, perché formato di due senari, di cui sempre piano il 1°, dopo il quale cade la cesura.
Come si scrive una poesia in endecasillabi?
Per abituarsi a scrivere endecasillabi (ma vale per qualsiasi metro scelto) io vi consiglio di tracciare su un foglio una riga verticale a una distanza dal margine che sia pari a circa undici sillabe con i relativi spazi in base alla grandezza della vostra grafia (il metodo migliore è scrivere il primo endecasillabo e ...
Come si chiamano i versi con 7 sillabe?
settenàrio Verso composto di sette sillabe metriche, con accento principale fisso sulla sesta e uno o due altri su una delle prime quattro sillabe, da cui una grande varietà di armonia. Prevale il ritmo giambico, con accenti sulla 2ª, 4ª e 6ª sillaba ("Rettor del cielo, io cheggio", F. Petrarca).
Come si dice 4 versi?
Quartina: Una quartina è la poesia con la strofa composta da quattro versi.
Chi scriveva in endecasillabi?
Ad utilizzare l'endecasillabo non è soltanto Jacopo da Lentini, ma anche poeti ancora più famosi come ad esempio Dante Alighieri che lo ha utilizzato in particolar modo nell'ambito della sua opera letteraria più importante, ossia la Divina Commedia.
Quante sillabe contiene un verso endecasillabo?
L'endecasillabo ha l'ultimo accento sulla decima sillaba, e conta di solito 11 sillabe (endecasillabo piano). L'endecasillabo tronco conta soltanto 10 sillabe (perché l'ultima parola del verso è una parola tronca), l'endecasillabo sdrucciolo conta 12 sillabe (l'ultima parola ha l'accento sull'antipenultima sillaba, vd.
Quali sono le sillabe?
Ogni gruppo di lettere pronunciato con una sola emissione di voce si chiama sillaba. Ogni sillaba è composta da una vocale unita spesso a consonanti: u-na, carta, stra-da. Vi sono sillabe di una sola lettera (o), di due lettere (me), di tre lettere (tra) e di quattro lettere (stro).
Quali sono i versi settenari?
Il settenario è un verso imparisillabo di sette sillabe 'metriche' (➔ ), con accento principale obbligato in sesta posizione (Beltrami 20024: 199-200; Menichetti 1993: 673; per l'uso dantesco, Baldelli 1976).
Gli schemi
Nel primo emistichio dei due schemi base, il quinario e il settenario sono stati considerati nella loro forma tronca, ma essi sono molto più spesso piani, e allora avviene la fusione della sillaba atona finale del primo emistichio con la sillaba iniziale del secondo:
La questione degli accenti
Da questa preferenza è quindi derivata l’errata definizione dei trattatisti di metrica che «l’endecasillabo è un verso che ha l’ultimo accento ritmico sulla decima, e deve averne o un altro sulla sesta, o due altri sulla quarta e ottava o sulla quarta e settima», perché, in base alle combinazioni possibili di cui abbiamo parlato, vi possono essere altre soluzioni ritmiche in cui prendono il sopravvento accenti considerati normalmente secondari, anche se in ultima analisi le tre indicate sono dominanti..
Endecasillabo sciolto
Sebbene non fosse sconosciuto ai primi tempi della nostra letteratura, trovandosi un esempio in un poemetto del XIII secolo, il Mare amoroso, la vera nascita dell’ endecasillabo sciolto si deve datare al XVI secolo, per opera di poeti classicisti quali il Trissino, il Rucellai, l’Alamanni.
Endecasillabo sciolto sdrucciolo
Nella commedia invece fu preferito, alle origini, l’ endecasillabo sciolto sdrucciolo che meglio sembrava rendere nelle sillabe finali il suono del trimetro giambico acatalettico dei comici latini, ma per la monotonia che il verso ingenerava ebbe poca fortuna.
Catulliano
È stato introdotto nella poesia italiana da Paolo Rolli (1687-1785). È composto da due quinari, il primo dei quali sdrucciolo, come i seguenti del Carducci:
Dattilico
È detto così per il particolare ritmo che lo distingue dagli altri schemi ritmici dell’endecasillabo. Si tratta di un endecasillabo a minore che ha gli accenti fissi sulla prima, sulla quarta, sulla settima e sulla decima sillaba. Un esempio:
Endecasillabo ipermetrico
Endecasillabo nel quale la finale atona del primo emistichio non si è fusa con la prima sillaba del secondo emistichio. Si genera così, apparentemente, un verso di dodici sillabe. Apparentemente perché nella lettura la sillaba atona finale del primo emistichio si elide. Un esempio è il seguente verso del Petrarca ( Rime, 31, 1):
Qué es, concepto o significado
Adjetivo. Que posee o tiene once sílabas, esta expresión es aplicado solamente a una composicion o verso y empleado también como sustantivo masculino. (en métrica) se dice de un poema o cualquier tipo de composición que esta compuesto solamente de once sílabas o que se puede usar cualquier combinación de tipo métrico.
Origen, historia o formación
Este vocablo en su etimología viene del italiano «endecasillabo», del latín «hendecasyllăbus» y a su vez del griego «ενδεκασυλλαβος» (hendekasyllabos).