Nella metrica italiana, l' endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, « (verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba. È il metro principale e più utilizzato della poesia italiana: si trova in tutte le strofe e le strutture metriche più importanti, come la terza rima, o terzina dantesca, l' ottava, la ballata, la canzone, il sonetto. È sempre stato usato anche in sequenze di endecasillabi sciolti.
Cosa si parla di endecasillabi sciolti?
Si parla di endecasillabi sciolti (o semplicemente di sciolti, o versi sciolti) a proposito di componimenti, o di loro parti (per es. in molta poesia teatrale), in soli endecasillabi non legati da rime (o con rime possibili solo a grande distanza le une dalle altre e senza riconoscibile nesso).
Dove è usato l'endecasillabo?
L'endecasillabo è usato da solo in sequenze di versi sciolti, come nella traduzione dell'Eneide di Annibal Caro e dell'Iliade del Monti, oppure in strofe, soprattutto in terzine come nella Divina Commedia di Dante e in ottave come nell'Orlando furioso dell'Ariosto e nella Gerusalemme liberata del Tasso.
Cosa è endecasillabo incatenato?
Endecasillabo incatenato Endecasillabo con rimalmezzo usato in serie continua, ogni verso della quale rima con il primo emistichio del verso che segue. È il metro della poesia popolare o popolareggiante, fu proprio della frottola, detto perciò anche endecasillabo frottolato o metro frottolato.
Cosa è un endecasillabo bisdrucciolo?
Un endecasillabo bisdrucciolo, composto da tredici sillabe, in cui l'accento cade sulla quartultima, sarebbe così: «Se cadrò combattendo, amico, vendicami!»
Chi usa l endecasillabo sciolto?
Non solo Torquato Tasso adopera questo elemento, hanno fatto ricorso all'uso dell'endecasillabo anche altri intellettuali di secoli successivi, come ad esempio il poeta recanatese Giacomo Leopardi che lo ha adoperato ad esempio nell'ambito della sua celebre opera “Le Ricordanze“, in cui si è servito dell'elemento della ...
Cosa sono i versi sciolti di una poesia?
Il verso sciolto Si definiscono versi sciolti i versi che non presentano uno schema delle rime fisso, La forma più comune nella tradizione letteraria italiana è quella dell'endecasillabo sciolto che si è affermato a partire dal Cinquecento ed ha ottenuto grande fortuna fino all'Ottocento.
Qual è la differenza tra versi sciolti e versi liberi?
Il verso libero (da non confondere con il verso sciolto) è un verso che non rispetta per precisa scelta dell'autore né uno schema metrico né rime. È chiamato 'libero', poiché non si basa su un numero fisso di sillabe e si può applicare a diverse realtà metriche.
Come riconoscere i versi endecasillabi?
Nella metrica italiana, l'endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, «(verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba.
Come riconoscere i tipi di versi?
I versi si classificano per il numero delle sillabe di cui sono composti: nella lingua italiana si hanno dieci tipi di versi, di cui cinque parisillabi (2, 4, 6, 8 o 10 sillabe) e cinque imparisillabi (3, 5, 7, 9 o 11 sillabe).
Cosa vuol dire Enjambements?
– Procedimento stilistico frequente nella poesia delle lingue sia classiche sia moderne, consistente nel dividere una breve frase, o un gruppo sintattico intimamente unito (per es., un sostantivo e il suo attributo, il predicato e il soggetto o il compl.
Come si scrive una poesia in versi liberi?
Determina il tipo di verso libero che vuoi adottare. ... Usa il verso libero giambico per ottenere uno schema ritmico. ... Usa il verso cadenzato per evidenziare il ritmo e la cadenza di un verso senza dover ricorrere a strutture metriche definite e alle rime.More items...•
Che cosa sono le strofe libere?
TS metr. s. in cui i versi non sono legati dal ricorso regolare alla rima, o che presentano variazioni nel numero e nella disposizione dei versi.
Quali sono le rime sciolte?
Nella metrica italiana, per verso sciolto s'intende un verso non rimato, cioè sciolto dalla rima, non legato ad altri dalla rima. Qualunque verso può trovarsi sciolto all'interno di una strofa e in tal caso è detto anche verso irrelato.
Come si scrive in endecasillabi?
Per abituarsi a scrivere endecasillabi (ma vale per qualsiasi metro scelto) io vi consiglio di tracciare su un foglio una riga verticale a una distanza dal margine che sia pari a circa undici sillabe con i relativi spazi in base alla grandezza della vostra grafia (il metodo migliore è scrivere il primo endecasillabo e ...
Come trovare gli accenti metrici?
Nel verso in cui l'ultima parola è piana, questo accento è seguito da una sillaba atona (cioè priva d'accento); nel caso in cui l'ultima parola sia sdrucciola, l'ultimo accento è seguito da due sillabe atone; infine nel caso che l'ultima parola sia tronca, l'accento tonico non ha dopo di sé altra sillaba.
Quante sillabe ha un verso endecasillabo?
L'endecasillabo ha l'ultimo accento sulla decima sillaba, e conta di solito 11 sillabe (endecasillabo piano). L'endecasillabo tronco conta soltanto 10 sillabe (perché l'ultima parola del verso è una parola tronca), l'endecasillabo sdrucciolo conta 12 sillabe (l'ultima parola ha l'accento sull'antipenultima sillaba, vd.
Gli schemi
Nel primo emistichio dei due schemi base, il quinario e il settenario sono stati considerati nella loro forma tronca, ma essi sono molto più spesso piani, e allora avviene la fusione della sillaba atona finale del primo emistichio con la sillaba iniziale del secondo:
La questione degli accenti
Da questa preferenza è quindi derivata l’errata definizione dei trattatisti di metrica che «l’endecasillabo è un verso che ha l’ultimo accento ritmico sulla decima, e deve averne o un altro sulla sesta, o due altri sulla quarta e ottava o sulla quarta e settima», perché, in base alle combinazioni possibili di cui abbiamo parlato, vi possono essere altre soluzioni ritmiche in cui prendono il sopravvento accenti considerati normalmente secondari, anche se in ultima analisi le tre indicate sono dominanti..
Endecasillabo sciolto
Sebbene non fosse sconosciuto ai primi tempi della nostra letteratura, trovandosi un esempio in un poemetto del XIII secolo, il Mare amoroso, la vera nascita dell’ endecasillabo sciolto si deve datare al XVI secolo, per opera di poeti classicisti quali il Trissino, il Rucellai, l’Alamanni.
Endecasillabo sciolto sdrucciolo
Nella commedia invece fu preferito, alle origini, l’ endecasillabo sciolto sdrucciolo che meglio sembrava rendere nelle sillabe finali il suono del trimetro giambico acatalettico dei comici latini, ma per la monotonia che il verso ingenerava ebbe poca fortuna.
Catulliano
È stato introdotto nella poesia italiana da Paolo Rolli (1687-1785). È composto da due quinari, il primo dei quali sdrucciolo, come i seguenti del Carducci:
Dattilico
È detto così per il particolare ritmo che lo distingue dagli altri schemi ritmici dell’endecasillabo. Si tratta di un endecasillabo a minore che ha gli accenti fissi sulla prima, sulla quarta, sulla settima e sulla decima sillaba. Un esempio:
Endecasillabo ipermetrico
Endecasillabo nel quale la finale atona del primo emistichio non si è fusa con la prima sillaba del secondo emistichio. Si genera così, apparentemente, un verso di dodici sillabe. Apparentemente perché nella lettura la sillaba atona finale del primo emistichio si elide. Un esempio è il seguente verso del Petrarca ( Rime, 31, 1):
Panoramica
Nella metrica italiana, l'endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, «(verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba. È il metro principale e più utilizzato della poesia italiana: si trova in tutte le strofe e le strutture metriche più importanti, come la terza rima, o terzina dantesca, l'ottava, la ballata, la canzone, il sonetto. È sempre stato usato anche in sequenze di endecasillabi sciolti. Le sedi degl…
Le origini
Non è escluso, come già ipotizzava Pietro Bembo, che all'origine dell'endecasillabo ci siano influenze provenzali e, come trova il critico Francesco D'Ovidio esistono «affinità con il décasyllabe, una derivazione dall'endecasillabo saffico attraverso la poesia mediolatina con la mediazione del trimetro giambico».
Accenti e ritmo
Come in una composizione musicale, il ritmo è una delle componenti fondamentali da cui deriva l'armonia musicale che caratterizza il verso. Data la ricchezza ritmica non esiste una classificazione universalmente riconosciuta che riesca a categorizzare tutti i tipi di ritmi che si possono dare ad un endecasillabo. Tuttavia, prendendo a prestito una terminologia proveniente dal…
Endecasillabi non comuni
Esistono una serie di endecasillabi "insoliti" che sono considerati canonici pur essendone al limite.
• La cesura epica
Un tipo di cesura molto particolare è la cesura epica reintrodotta da Giovanni Pascoli per i suoi endecasillabi epici nell'800 sul calco del decasillabo francese.
Forme poetiche in endecasillabi
La maggior parte della poesia italiana è versificata in endecasillabi.
L'endecasillabo è usato da solo in sequenze di versi sciolti, come nella traduzione dell'Eneide di Annibal Caro e dell'Iliade del Monti, oppure in strofe, soprattutto in terzine come nella Divina Commedia di Dante e in ottave come nell'Orlando furioso dell'Ariosto e nella Gerusalemme liberata del Tasso.
Metrica classica
Nella metrica classica esistono alcune varietà di endecasillabo:
• Alcaico
• Saffico
• Falecio o Catulliano
Bibliografia
• Pietro G. Beltrami, Gli strumenti della poesia, Bologna, il Mulino, 2002, ISBN 88-1508-647-1.
• Aldo Menichetti, Metrica italiana, Padova, Antenore, 1993, p. 663, ISBN 88-8455-073-4.
Voci correlate
• Rima
• Strofa
• Schema metrico
• Metrica italiana
• Endecasillabo frottolato
Le Origini E La Struttura Di Questo Verso
- L’endecasillabo è un verso di 11 sillabe metriche (➔ ), con accento principale obbligato in decima posizione (Beltrami 20024: 181-188; Menichetti 1993: 386-424). È il verso principe della tradizione metrica italiana: il più versatile, anche perché ritmicamente più duttile e maestoso; dei versi più lunghi, l’alessandrino ha avuto un uso limitato nel...
Vari Tipi Di Endecasillabo
altre Tipologie Di Questo Verso