Cosa è l’endecasillabo?
L’endecasillabo è il verso principale e più utilizzato della poesia italiana: si trova in tutte le strofe e le strutture metriche più importanti, come la terza rima, o terzina dantesca, l’ottava, la ballata, la canzone, il sonetto. È sempre stato usato anche da solo in sequenze di endecasillabi sciolti.
Cosa è endecasillabo incatenato?
Endecasillabo incatenato Endecasillabo con rimalmezzo usato in serie continua, ogni verso della quale rima con il primo emistichio del verso che segue. È il metro della poesia popolare o popolareggiante, fu proprio della frottola, detto perciò anche endecasillabo frottolato o metro frottolato.
Cosa è un endecasillabo bisdrucciolo?
Un endecasillabo bisdrucciolo, composto da tredici sillabe, in cui l'accento cade sulla quartultima, sarebbe così: «Se cadrò combattendo, amico, vendicami!»
Endecasillabi "A Maiore" E "A Minore"
Accenti E Ritmo
La Cesura
Endecasillabi Non Comuni
Endecasillabi Non Canonici
Forme Poetiche in Endecasillabi
Metrica Classica
Che significa 15 endecasillabi sciolti?
Nella metrica italiana, per verso sciolto s'intende un verso non rimato, cioè sciolto dalla rima, non legato ad altri dalla rima. Qualunque verso può trovarsi sciolto all'interno di una strofa e in tal caso è detto anche verso irrelato.
Cosa sono i versi liberi e sciolti?
Il verso libero (da non confondere con il verso sciolto) è un verso che non rispetta per precisa scelta dell'autore né uno schema metrico né rime. È chiamato 'libero', poiché non si basa su un numero fisso di sillabe e si può applicare a diverse realtà metriche.
Quali sono le rime sciolte?
Si definiscono versi sciolti i versi che non presentano uno schema delle rime fisso, La forma più comune nella tradizione letteraria italiana è quella dell'endecasillabo sciolto che si è affermato a partire dal Cinquecento ed ha ottenuto grande fortuna fino all'Ottocento.
Come funziona l endecasillabo?
Nella metrica italiana, l'endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος, hendecasýllabos, «(verso) di undici sillabe») è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba.
Come si scrive una poesia in versi liberi?
Determina il tipo di verso libero che vuoi adottare. ... Usa il verso libero giambico per ottenere uno schema ritmico. ... Usa il verso cadenzato per evidenziare il ritmo e la cadenza di un verso senza dover ricorrere a strutture metriche definite e alle rime.More items...•
Cosa vuol dire Enjambements?
(propr. «scavalcamento»). – Procedimento stilistico frequente nella poesia delle lingue sia classiche sia moderne, consistente nel dividere una breve frase, o un gruppo sintattico intimamente unito (per es., un sostantivo e il suo attributo, il predicato e il soggetto o il compl.
Quanti sono i tipi di rime?
I vari tipi di rima: rima baciata, rima alternata, rima incrociata, rima incatenata, rima interna, rima al mezzo, rime imperfette con caratteristiche ed esempi.
Quali sono i versi settenari?
Il settenario è un verso imparisillabo di sette sillabe 'metriche' (➔ ), con accento principale obbligato in sesta posizione (Beltrami 20024: 199-200; Menichetti 1993: 673; per l'uso dantesco, Baldelli 1976).
Come si chiama il verso di 11 sillabe?
endecasillaboI versi più frequenti sono l'endecasillabo e il settenario; importanti sono anche il decasillabo, il novenario e il quinario. L'endecasillabo è il verso più importante nella poesia italiana. L'endecasillabo ha l'ultimo accento sulla decima sillaba, e conta di solito 11 sillabe (endecasillabo piano).
Come si fa a capire se un verso e endecasillabo?
L'endecasillabo è un verso di 11 sillabe metriche (➔ ), con accento principale obbligato in decima posizione (Beltrami 20024: 181-188; Menichetti 1993: 386-424).
Come contare i versi endecasillabi?
Ecco, la regola è questa: si dice endecasillabo un verso che ha l'ultimo accento (il più importante nel ritmo di in un verso) sulla decima sillaba. Fate la prova con “Nel mezzo del cammin di nostra vita” e vedrete che l'ultimo accento cade sulla prima sillaba della parola “vita”, che è la decima.
Come si dice 7 sillabe?
di Mario MacioceVersoNumero sillabeAccenti principali sulle sillabe:Senario62 (o 1 o 3) 5Settenario71 o 2 o 3 o 4 6Ottonario8(1) 3 (5) 7Novenario92 5 84 more rows
Endecasillabo: Definizione e significato di endecasillabo - Dizionario ...
Endecasillabo: Nella metrica italiana, verso di undici sillabe metriche con accento fisso sulla decima || e. tronco, di dieci sillabe, con parola finale tronca o monosillabica | e. sdrucciolo, di dodici sillabe, con parola finale sdrucciola | e. sciolti, quelli che non rimano tra loro. Definizione e significato del termine endecasillabo
L'endecasillabo: definizione ed esempi - WeSchool
L’endecasillabo è il verso più importante dell'intera poesia lirica italiana e il maggiormente usato in tutta la tradizione nazionale, dalle origini (con Dante Alighieri e Francesco Petrarca) fino alle soglie della versificazione libera novecentesca.Viene utilizzato per molte delle forme metriche, in particolar modo per quelle meglio consolidate e radicate nella storia letteraria: il ...
Poesia in endecasillabi: definizione di endecasillabo ed esempi
Appunto di letteratura italiana per le scuole superiori che descrive che cosa sia la poesia in endecasillabi, con definizione di endecasillabo ed esempi.
Endecasillabo - Wikipedia
Le origini. Non è escluso, come già ipotizzava Pietro Bembo, che all'origine dell'endecasillabo ci siano influenze provenzali e, come trova il critico Francesco D'Ovidio esistono «affinità con il décasyllabe, una derivazione dall'endecasillabo saffico attraverso la poesia mediolatina con la mediazione del trimetro giambico».. Endecasillabi comuni (piani, tronchi e sdruccioli)
Endecasillabo | Tutto quello che c'è da sapere su questo verso
L’endecasillabo è il verso principe della poesia italiana. O almeno lo era. Si tratta di un verso di undici sillabe (etimologicamente, significa proprio «undici sillabe»).L’endecasillabo è il verso maggiore, il più ritmicamente vario e il più usato nella poesia italiana, corrispondente al decasillabo francese e provenzale; ma, diversamente da questo, con cesura mobile.
Le origini
Non è escluso, come già ipotizzava Pietro Bembo, che all'origine dell'endecasillabo ci siano influenze provenzali e, come trova il critico Francesco D'Ovidio esistono «affinità con il décasyllabe, una derivazione dall' endecasillabo saffico attraverso la poesia mediolatina con la mediazione del trimetro giambico ».
Endecasillabi comuni (piani, tronchi e sdruccioli)
Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dal nome, è bene chiarire subito che la nota distintiva dell'endecasillabo non è il numero effettivo di sillabe, bensì il fatto che in tutti i casi l'accento dell'ultima parola del verso cada sempre sulla decima sillaba (da qui in poi segnata in verde).
Endecasillabi "a maiore" e "a minore"
Per motivi legati alla sua genesi (l'endecasillabo nasce infatti dalla fusione di un Quinario e di un Settenario [ senza fonte]) e formalizzati già da Pietro Bembo, l'endecasillabo "canonico" prevede un accento secondario sulla quarta o sulla sesta sede; nel primo caso l'endecasillabo si definisce a minore (ed il primo emistichio equivale ad un quinario ), nel secondo caso si definisce a maiore (ed il primo emistichio equivale ad un settenario )..
Accenti e ritmo
Come in una composizione musicale, il ritmo è una delle componenti fondamentali da cui deriva l'armonia musicale che caratterizza il verso. Data la ricchezza ritmica non esiste una classificazione universalmente riconosciuta che riesca a categorizzare tutti i tipi di ritmi che si possono dare ad un endecasillabo.
La cesura
Il punto che separa i due emistichi si definisce cesura (dal latino caedo = taglio). Se la cesura è particolarmente forte spezza il verso in due parti, ma mai una parola a metà .
Endecasillabi non canonici
Esistono poi una serie di endecasillabi considerati "errati" dai teorici. [ senza fonte] Non sono ammessi nella poesia classica tutti quei tipi di versi dove non è possibile riconoscere i due emistichi principali del quinario e del settenario; che abbiano cioè sia la quarta che la sesta sede atone.
Gli schemi
Nel primo emistichio dei due schemi base, il quinario e il settenario sono stati considerati nella loro forma tronca, ma essi sono molto più spesso piani, e allora avviene la fusione della sillaba atona finale del primo emistichio con la sillaba iniziale del secondo:
La questione degli accenti
Da questa preferenza è quindi derivata l’errata definizione dei trattatisti di metrica che «l’endecasillabo è un verso che ha l’ultimo accento ritmico sulla decima, e deve averne o un altro sulla sesta, o due altri sulla quarta e ottava o sulla quarta e settima», perché, in base alle combinazioni possibili di cui abbiamo parlato, vi possono essere altre soluzioni ritmiche in cui prendono il sopravvento accenti considerati normalmente secondari, anche se in ultima analisi le tre indicate sono dominanti..
Endecasillabo sciolto
Sebbene non fosse sconosciuto ai primi tempi della nostra letteratura, trovandosi un esempio in un poemetto del XIII secolo, il Mare amoroso, la vera nascita dell’ endecasillabo sciolto si deve datare al XVI secolo, per opera di poeti classicisti quali il Trissino, il Rucellai, l’Alamanni.
Endecasillabo sciolto sdrucciolo
Nella commedia invece fu preferito, alle origini, l’ endecasillabo sciolto sdrucciolo che meglio sembrava rendere nelle sillabe finali il suono del trimetro giambico acatalettico dei comici latini, ma per la monotonia che il verso ingenerava ebbe poca fortuna.
Catulliano
È stato introdotto nella poesia italiana da Paolo Rolli (1687-1785). È composto da due quinari, il primo dei quali sdrucciolo, come i seguenti del Carducci:
Dattilico
È detto così per il particolare ritmo che lo distingue dagli altri schemi ritmici dell’endecasillabo. Si tratta di un endecasillabo a minore che ha gli accenti fissi sulla prima, sulla quarta, sulla settima e sulla decima sillaba. Un esempio:
Endecasillabo ipermetrico
Endecasillabo nel quale la finale atona del primo emistichio non si è fusa con la prima sillaba del secondo emistichio. Si genera così, apparentemente, un verso di dodici sillabe. Apparentemente perché nella lettura la sillaba atona finale del primo emistichio si elide. Un esempio è il seguente verso del Petrarca ( Rime, 31, 1):
Panoramica
- L’endecasillabo è un verso di 11 sillabe metriche (➔ ), con accento principale obbligato in decima posizione (Beltrami 20024: 181-188; Menichetti 1993: 386-424). È il verso principe della tradizione metrica italiana: il più versatile, anche perché ritmicamente più duttile e maestoso; dei versi più lunghi, l’alessandrino ha avuto un uso limitato nel...
Endecasillabi non comuni
Le origini
Accenti e ritmo
Forme poetiche in endecasillabi
Esistono una serie di endecasillabi "insoliti" che sono considerati canonici pur essendone al limite.
• La cesura epica
Un tipo di cesura molto particolare è la cesura epica reintrodotta da Giovanni Pascoli per i suoi endecasillabi epici nell'800 sul calco del decasillabo francese.
Metrica classica
Non è escluso, come già ipotizzava Pietro Bembo, che all'origine dell'endecasillabo ci siano influenze provenzali e, come trova il critico Francesco D'Ovidio esistono «affinità con il décasyllabe, una derivazione dall'endecasillabo saffico attraverso la poesia mediolatina con la mediazione del trimetro giambico».
Bibliografia
Come in una composizione musicale, il ritmo è una delle componenti fondamentali da cui deriva l'armonia musicale che caratterizza il verso. Data la ricchezza ritmica non esiste una classificazione universalmente riconosciuta che riesca a categorizzare tutti i tipi di ritmi che si possono dare ad un endecasillabo. Tuttavia, prendendo a prestito una terminologia proveniente dal…
Voci correlate
La maggior parte della poesia italiana è versificata in endecasillabi.
L'endecasillabo è usato da solo in sequenze di versi sciolti, come nella traduzione dell'Eneide di Annibal Caro e dell'Iliade del Monti, oppure in strofe, soprattutto in terzine come nella Divina Commedia di Dante e in ottave come nell'Orlando furioso dell'Ariosto e nella Gerusalemme liberata del Tasso.
Panoramica
Nella metrica classica esistono alcune varietà di endecasillabo:
• Alcaico
• Saffico
• Falecio o Catulliano
Storia
• Pietro G. Beltrami, Gli strumenti della poesia, Bologna, il Mulino, 2002, ISBN 88-1508-647-1.
• Aldo Menichetti, Metrica italiana, Padova, Antenore, 1993, p. 663, ISBN 88-8455-073-4.
Bibliografia
• Rima
• Strofa
• Schema metrico
• Metrica italiana
• Endecasillabo frottolato
Voci correlate
Nella metrica italiana, per verso sciolto s'intende un verso non rimato, cioè sciolto dalla rima, non legato ad altri dalla rima. Qualunque verso può trovarsi sciolto all'interno di una strofa e in tal caso è detto anche verso irrelato. Ma il verso sciolto per eccellenza nella nostra tradizione poetica, l'unico usato da solo in sequenze più o meno estese, è l'endecasillabo sciolto.
Collegamenti esterni
La storia dell'endecasillabo piano sciolto attraversa tutta la storia della poesia italiana.
Si trova già nel poemetto satirico duecentesco Mare amoroso. Ma è nel Cinquecento che ha la sua consacrazione: Gian Giorgio Trissino lo adopera come metro eroico ne L'Italia liberata dai Goti (1547-48) e Annibal Caro lo usa per rendere l'esametro latino nella sua celebre traduzione dell'Eneide (edita postuma, 1581).